Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/42

30 Il ventre di Napoli

santi protettori, le processioni s’incontravano per le strade, si mescolavano: era tutto un mistero mediovaie e meridionale. Come oggi Umberto di Savoia le ha incontrate, diciassette anni fa, le ha incontrate il gran re Vittorio Emmanuele. Nella spaventosa eruzione del 1872, per tre giorni di seguito una lava ha minacciato Napoli: le popolane sono andate al Duomo per avere la testa di san Gennaro: la volevano portare in giro, per far arrestare la lava. Per un momento i nobili custodi delle reliquie e i canonici della cattedrale, non gliela dettero loro. Al quarto giorno non uscì il sole; una nuvola fittissima di cenere copriva Napoli, cominciava a piovere cenere, come a Pompei; le popolane, in tutti i quartieri, fecero delle processioni, piangendo, gridando, in una tenebra lugubre. Nel colera del 1873, più mite certo, ma sempre vivissimo, nei quattro quartieri popolari, fu portata in processione la Madonna dell’Aiuto ai Banchi Nuovi, la Madonna di Portosalvo a Porto, il Gesù alla Colonna, della chiesa nel vicolo dell’Università. O che memoria labile abbiamo tutti! E la vita quotidiana? Solo a guardarsi attorno, a osservare quello che accade, anche superficialmente, nessuno poteva lusingarsi che la esaltazione