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Una donna 203

innanzi a lei ci sentivamo stupiti e fiacchi, e sentivamo che una volontà alta e bella ci trascinava, e tutti eravamo travolti in un’onda di bene che da lei emanava, che ci rendeva capaci di cento cose più forti di noi, che ci dava la forza di servirla, Teresa Ravaschieri, nei suoi miracoli di tenerezza, che ci metteva dietro a lei, come discepoli di un Maestro divino. Ah Ella, sì, avrebbe seguito, col capo avvolto nel manto e i piedi nudi nei sandali. Gesù, per le altitudini del Thabor, per le pianure di Esdrelon e per le balze della Samaria, fino a Gerusalemme, sino al Calvario, sin oltre il Calvario: ma alla sua parola di pietà, al suo sentimento di amore, a questa luce costante e generatrice di ogni bene che emanava da lei, ognuno di noi sarebbe con lei partito, dove ella volesse, con lei, ove ferveva il più crudele morbo, ove giacevano i morti del cataclisma, ove strideva il grido di guerra. Chi, chi mai dirà più a noi, come Teresa Ravaschieri la diceva, la parola che desta l’anima e che la sospinge alla divozione suprema? Chi più, chi più indicherà a noi, con la mano bianca e l’occhio scintillante, la via del sacrificio sublime? Ah che noi siamo soli, freddi, tristi e dubbiosi di ogni cosa e dubbiosi di ogni