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202 L'anima di Napoli

tazione. Un giorno, parlavamo di Galilea, insieme, e del grande lago di Genesareth, ove Cristo sedò la tempesta, e della montagna di Mattine, ove Egli pronunciò l’inobliabile sermone: e gli occhi di Teresa Ravaschieri si riempirono di sogno e come in sogno, ella mi disse: senti, io son certa che se avessi avuto la fortuna di vivere là, in quei tempi, avrei seguito Gesù, dovunque, come le Marie: ed. era vero, poiché la sua anima ardente era apostolica, poiché ella amava diffondere la sua fiamma vivida, e generatrice di vita dello spirito! Quante volte ella mi ha chiamata a sè per comunicarmi una sua idea schietta, provvida, generosa e io come altri miseri esseri, con le mani e con le anime legate dall’incertezza e dalla debolezza, come tanti altri infelici che, guasti dal dubbio, temono di abbandonarsi alle imprese audaci, rischiose e magnifiche, le ponevo, miserabilmente, delle obbiezioni meschine, sempre sgomentandomi delle complicazioni, in cui ella comprometteva la sua salute, la sua. pace, il suo tempo. Ella crollava il capo: sorrideva: ricominciava il suo discorso, in cui tutto il suo progetto ideale di soccorso, di sussidio, di protezione appariva magicamente colorito: e a un tratto, io, come gli altri, ceravamo colpiti dalla grazia, e