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Il padre del popolo 183

difficile a durare, malissimo compensato, precario, incerto, irrisorio: sono sventurati che, spesso, vengono dal crimine o ci vanno, ma non per colpa loro, per colpa di tutta un’altra società, cieca, sorda, indifferente, dura come una roccia.

Non elettori! Popolo: popolo vero, folto, oscuro, a masse paurose, con volti ove si manifestano gli stenti e le tristezze, con voci roche, velate dalla fame e dalle malattie, con i germi ereditarii che un atavismo, ahi, di povertà, vi mise, con gli istinti del male esaltati dalla lunga esistenza di miserie e di pianto, con l’inclinazione al male, sì, al male, che vi pose questo centennale e crudele abbandono ostinato della loro truce sorte; e la Società infame si vela gli occhi per non vedere questo popolo e fugge via, per obbliarne l’esistenza e crede che la fuga sia la salvezza. Oh voi non fuggiste, Cristo Signore, questo popolo che, nel tempo dei tempi, era oppresso da ogni male e schiacciato dai possenti e dai protervi! Voi lo cercaste, dapertutto: ovunque vi fosse un misero, un sofferente, un peccatore, un malato, un criminale, voi gli tendeste la mano, lo abbracciaste, lo chiamaste figliuolo: voi lasciaste che la donna del male, emblema, di tutte le peccatrici, di tutte le criminali, si curvasse ai vostri {{a destra|13|2em}