Pagina:Matilde Serao Il ventre di Napoli, 1906.djvu/160

142 L’anima di Napoli

in cui la probità, la integrità, la rigorosa scrupolosità, furono la sorgente di fortune individuali e di fortune sociali veramente possenti: da ogni lato della terra, nei libri, nei giornali, nelle cronache, nella vita, germogliano queste istorie di prosperità talvolta colossali, basate solo sul lavoro, sulla volontà, sull’intelletto, ma basate, sovra tutto, sulla onestà personale o collettiva. Era naturale al pancione di Windsor, cui giovava restar seduto sotto la pergola della taverna, bevendo vino aromatizzato e giuocando a dadi, di dir che l’onore non vi porta le aune di velluto per far un giustacuore o non paga il conto dell’osteria: è comodo agli ambiziosi moderni pensare fra sè, che l’onore non si trasmuta in chèques, in palazzi marmorei, in equipaggi smaglianti, in gallerie di quadri e in collezione di giojelli. E comodo: ma è falso. Chiunque ha scritto, scrive, scriverà la storia della ricchezza, la storia dei ricchi, dica se non è falso: e che paesi, società, uomini, mille volte, centomila volte, partirono dalle più umili volontà di bene e di onestà, per giungere ai più bei fastigi della fortuna, senza aver traviato, giammai.