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L’onore 141

gua, di carattere equivoco, di tendenze losche, di fronte a tutta la gente che farebbe ogni cosa, pur di arrivar a tutto, i nostri occhi mortali ne veggono molt’altra che, quietamente, austeramente, compie la sua parte, nel mondo, crea la sua fortuna e quella altrui, senza mancare all’onore. Di fronte a organismi finanziarî che assidono la loro sorte sovra i mille calcoli più sottilmente ingannatori e di cui ogni manifestazione economica rappresenta un marché de dupes, di fronte a queste compagini che, oramai, si fanno sempre più rare, nel mondo, altre ne vediamo sorgere, prosperare, fra noi, in Europa, lontano, dapertutto, in cui ogni atto è regolato dalla onestà commerciale, dalla lealtà industriale. Per chi vede il minuto presente, per chi non sa guardare verso l’orizzonte, verso l’avvenire, può sembrare, forse, che l’onestà sia una cattiva speculazione e che un galantuomo rimanga povero: così è: ma non per tutti: ma non per molto tempo: ma il galantuomo o finisce per vincere il suo orribile destino o custodisce, come un tesoro, la sua perfetta reputazione. Con l’onore si batte anche moneta, per grazia di Dio! A centinaia, a migliaja ci confortano in questa fede piuttosto solinga ma salda, gli esempi particolari, gli esempi collettivi,