mento di topaie, dalle cui finestrette pendono i
cenci più indecenti, magari con la poesia del vaso
di basilico e del popone sospeso a un giunco.
Cosi, otto, quindici, venti volte, dalle due parti,
ma, sovra tutto, a diritta , andando verso la ferrovia, questo sipario lacerato bruscamente, vi mostra degli spettacoli improvvisamente brutti, nauseanti, schifosi: è la cattiva parola, ma è la parola:
e invano voi tentate di rifare le fila del vostro
sogno di una via maestosa e ricca, di una via
nobile, e purificante, di una via che serva egualmente alla salute, alla fortuna e alla felicità del
popolo. Queste continue apparizioni, fra le enormi
nuove costruzioni, di quelle immonde abitazioni
vecchie, non lontane, vicine, non lontane, accanto,
non lontane, alle spalle, vi hanno distrutto tutta
la vostra tela d'illusione. Cercate le traverse che
dovevano portare da sinistra, dai quartieri più alti
al Rettifilo, bonificando la regione che comincia
a santa Maria la Nova e continua pei Banchi Nuovi,
san Giovanni Maggiore, Mezzocannone, Università,
sino all'Annunziata, sino a Capuana, e non ne trovate che due sole, complete, su venti, quelle attorno al Sedile di Porto, e tutte le altre sono
abbozzate, sono pezzi di via, di otto o dieci metri.