che se la mente sia angusta, anche se il suo mondo spirituale sia meschino, anche se ella sia fatta di semplice beltà, anche se ella non sia bella, ma piaccia, anche se ella non piaccia, ma ami! Ride, perfìda, dalle tele la donna che Giorgio Barbarelli amò e odiò, insieme, ma che gli dette più largo e più umano, il senso dell’arte, onde il nome di Giorgio ne tiene alto il suo posto, nella pleiade veneziana: in una piccola via di Trastevere, una guida, un amico, vi mostra la finestretta donde la Fornarina attendeva, nei vesperi di Roma, il suo Raffaello. Ella lo uccise, dicono: ma, veramente, ella rivelò al freddo e purissimo cultore dell’arte classica, all’adoratore della bellezza, greca, una beltà viva e parlante, una soffusione di grazia e di sorriso che solo l’amore potea ispirare: e se egli è vero che morì per lei, egli morì bene e la morte fu sapiente, colpendolo quando già il suo genio aveva dato tutti i suoi frutti, quando egli aveva detto la sua più grande