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rieri si sono avanzati. Legioni di smorti e pure ardenti lavoratori passano le loro giornate, curvi dai travagli che dà l’esercizio della scienza e dell’arte; schiere di ostinati ricercatori, allora manipoli, adesso schiere, domandano allo studio paziente e tenace, uno dei segreti dell’esistenza che una suprema ironia continua a nasconder loro, beffardamente sogghignando; il mondo racchiude, oramai, falangi di apostoli che rinunziando, con gli occhi serrati per non cedere alle tentazioni, a ogni comune bene, gittano la loro vita, perchè il destino dei loro fratelli sia meno grave, meno doloroso: tanto che quest’audace e misera umanità, ieri ancora inconscia, ma già inquieta, è oggi in un incessante spasimo di pensiero, in un febbrile movimento che mai si possa. Colui che, nel silenzio della notte, tenta fermare nel verso l’impeto di una passione, la luce di un’idea, colui che dove tutto è tenebra, innanzi a sè, vede sorgere una immagine e tremante di


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