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Fioriva luminoso e fragrante calen d’aprile in Firenze; quando io ebbi, pur ora, la ventura di passare colà pochi giorni. Nelle limpide e bionde ore mattutine, le vie erano piene di una folla lietamente affaccendata, dolcemente ciarliera e le donne recavan fiori fra le mani, e non so quale fluida gioia di vivere inondava del suo benessere le persone e le cose. Sull’antico Ponte Vecchio, nelle bottegucce degli orafi, le contadine di Fiesole e di Signa si fermavano a comperare gli ori leggeri e scintillanti, ancora