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portare del gesso sulle spalle!... Ti rammenti?... E tu non saresti qua a giuocare alle piastrelle!...

Brontolando, dandosi da fare per preparare la leva, le biette, i puntelli, si voltava indietro per lanciargli delle occhiatacce. — Malannaggia! — esclamò Santo. — Sempre quella storia!... — E se ne andò sull’uscio accigliato, colle mani sotto le ascelle, guardando di qua e di là. I manovali esitavano, girando intorno al pietrone enorme; il più vecchio, mastro Cola, tenendo il mento sulla mano, scrollando il capo, aggrondato, guardando la macina come un nemico. Infine sentenziò ch’erano in pochi per spingerla sulla piattaforma: — Se scappa la leva, Dio liberi!... Chi si metterà sotto per dar lo scambio alle biette? Io no, com’è vero Dio!... Se scappa la leva!... mia madre non lo fa più un altro mastro Cola Ventura!... Eh, eh!... Ci vorrebbero dell’altre braccia... un martinetto... Legare poi una carrucola lassù alla travatura del tetto... poi dei cunei sotto... vedete, vossignoria, a far girare i cunei, si sta dai lati e non c’è pericolo...

— Bravo! ora mi fate il capomastro! Datemi la stanga!... Io non ho paura!... Intanto che stiamo a chiacchierare il tempo passa! La giornata corre lo stesso, eh?... Come se li avessi rubati i miei denari!... Su! da quella parte!... Non badate a me che ho la pelle dura... Via!... su!... Viva Gesù!... Viva Maria!...