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lippo levando il braccio rimastogli libero, mentre coll’altro reggeva Nicolino addormentato.

Si udiva un tafferuglio nella piazza; strilli da lontano; la gente correva verso San Giovanni, e il campanone che suonava a distesa, laggiù.

La signora Capitana rientrò dal balcone tappandosi le orecchie colle belle mani candide, strillando in falsetto:

— Mio marito!... Si picchiano!...

E si abbandonò sul canapè, cogli occhi chiusi. Le signore si misero a vociare tutte in una volta; la padrona di casa gridava a Barabba di scendere a dare il catenaccio giù al portone; mentre donna Bellonia spingeva le sue ragazze in branco nella camera di donna Mariannina, e il marchese Limòli picchiava sulle mani della Capitana dei colpettini secchi. Il notaro Neri propose anche di slacciarla.

— Vi pare?... — diss’ella allora balzando in piedi infuriata. — Per chi m’avete presa, don asino?

Giunse in quel momento il Capitano, seguito da don Liccio Papa che sbraitava in anticamera, narrando l’accaduto, — non lo avrebbero trattenuto in cento.

— La solita storia di ogni anno! — disse finalmente il signor Capitano, dopo che si fu rimesso vuotando d’un fiato un bicchier d’acqua. — I devoti