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mava così che due o tre volte si udì il tintinnìo del cucchiaino il quale urtava contro il bicchiere.
Barabba corse subito dicendo:
— Eccomi! eccomi!
— Un momento! Un momento ancora, don Giuseppe!
Il baronello avrebbe pagato qualcosa di tasca sua per trattenere Barabba sul balcone.
— Come vi tratta la festa, don Giuseppe?
— Che volete, signor barone?... Tutto sulle mie spalle!... la casa da mettere in ordine, le fodere da togliere, i lumi da preparare.... Donna Bianca, qui, può dirlo, che mi ha dato una mano. Mastro Titta fu chiamato solo pel trattamento. E domani poi devo tornare a scopare e rimettere le fodere....
Don Giuseppe seguitando a brontolare se ne andò coi bicchieri vuoti. Dalla sala arrivò il suono di una sghignazzata generale, subito dopo qualcosa che aveva detto il notaro Neri, e che non si potè intender bene perchè il notaro quando le diceva grosse abbassava la voce.
— Rientriamo anche noi, — disse il baronello. — Per allontanare i sospetti....
Ma Bianca non si mosse. Piangeva cheta, nell’ombra; e di tanto in tanto si vedeva il suo fazzoletto bianco salire verso gli occhi. — Ecco!... Sei tu che fai parlare la gente! — scappò detto al cugino ch’era sulle spine.