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chiudo occhio!... Sono un povero disgraziato!... La gente mi crede felice e contento....
Guardava giù nella piazza, ora spopolata, onde evitare gli occhi disperati della cugina che gli passavano il cuore, addolorato, cogli occhi quasi umidi anch’esso.
— Vedi? — soggiunse. — Vorrei essere un povero diavolo... come Santo Motta, laggiù!... nell’osteria di Pecu— Pecu.... Povero e contento!...
— La zia non vuole?
— No, non vuole!... Che posso farci?... Essa è la padrona!
Si udiva nella sala la voce del barone Zacco, che disputava, alterato; e poi, nei momenti ch’esso taceva, il cicaleccio delle signore, come un passeraio, con la risatina squillante della signora Capitana, che faceva da ottavino.
— Bisogna confessarle tutto, alla zia!...
Don Ninì allungò il collo verso il vano del balcone, guardingo. Poscia rispose, abbassando ancora la voce:
— Gliel’ha detto tuo fratello.... C’è stato un casa del diavolo!... Non lo sapevi?
Don Giuseppe Barabba venne sul balcone portando un piattello su ciascuna mano.
— Donna Bianca, dice la zia... prima che si finiscano....