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— Però non capisco il mistero che vuol farne la cugina Sganci!... Siamo parenti di Bianca anche noi, alla fin fine!...

— È quello? quello lì? — tornò a chiedere donna Giuseppina col sorriso maligno di prima.

La Cirmena accennò di sì, stringendo le labbra sottili, cogli occhi rivolti altrove, in aria di mistero anch’essa. Infine non si tenne più:

— Fanno le cose sottomano... come se fossero delle sudicerie. Capiscono anche loro che manipolano delle cose sporche... Ma la gente poi non è così sciocca da non accorgersi... Un mese che il canonico Lupi si arrabatta in questo negozio... un va e vieni fra la Sganci e la Rubiera...

— Non me lo dite! — esclamò Peperito. — Una Trao che sposa mastro-don Gesualdo!... Non me lo dite!... Quando vedo una famiglia illustre come quella scendere tanto basso mi fa male allo stomaco, in parola d’onore!

E volse le spalle soffiandosi il naso come una trombetta nel fazzoletto sudicio, fremendo d’indignazione per tutta la personcina misera, dopo aver saettato un’occhiata eloquente a donna Giuseppina.

— Chi volete che la sposi?... senza dote!... — ribattè la Cirmena al cavaliere ch’era già lontano. — Poi, dopo quello ch’è successo!...

— Almeno si metterà in grazia di Dio! — osservò