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il viatico. Non la disturbate adesso con pensieri mondani...

— È giusto, — disse donna Sarina. — Scusatemi, don Gesualdo.

Dopo che si fu comunicata, Bianca parve un po’ più calma. L’affanno era cessato, e arrivò a balbettare qualche parola. Ma aveva una voce che s’udiva appena.

— Vedete? — disse donna Agrippina. — Vedete, ora che si è messa in grazia di Dio!... Alle volte il Signore fa il miracolo. — Le misero sul petto la reliquia della Madonna. Donna Agrippina si tolse il cingolo della tonaca per ficcarglielo sotto il guanciale. La zia Cirmena portava esempi di guarigioni miracolose: tutto sta ad avere fede nei santi e nelle reliquie benedette: il Signore può far questo ed altro. Lo stesso don Gesualdo allora si mise a piangere come un bambino.

— Anche lui! — borbottò donna Sarina, fingendo di parlare all’orecchio della Macrì. — Anche lui, il cuore non l’ha cattivo in fondo. Non capisco però come Isabella non sia venuta... duchessa o no!... Mamme ne abbiamo una sola!... Se bisognava fare tante storie per arrivare a questo bel risultato...

— E’ un porco!... un infame!... un assassino! — seguitò a brontolare don Gesualdo, stralunato, colle labbra strette, gli occhi accesi che pareva un pazzo.