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— Vostro figlio però lo sapeva che mia sorella non è ricca!...— ribatteva il povero don Diego che non si risolveva ad andarsene, mentre la cugina Rubiera aveva tanto da fare. Essa allora si voltò come un gallo, coi pugni sui fianchi, in cima alla scala:
— A mio figlio ci penso io, torno a dirvi! Voi pensate a vostra sorella... L’uomo è cacciatore... Lo manderò lontano! Lo chiudo a chiave! Lo sprofondo! Non tornerà in paese altro che maritato! colla catena al collo! ve lo dico io! La mia croce! la mia rovina!...
Quindi, mossa a compassione dalla disperazione muta del poveraccio, il quale non si reggeva sulle gambe, aggiunse, scendendo adagio adagio:
— E del resto... sentite, don Diego... Farò anch’io quello che potrò per Bianca... Sono madre anch’io!... Sono cristiana!... Immagino la spina che dovete averci lì dentro...
— Signora baronessa, dice che il farro non risponde al peso, — gridò Alessi dalla porta del magazzino.
— Che c’è? Cosa dice?... Anche il peso adesso? La solita rinculata! per carpirmi un altro ribasso!...
E la baronessa partì come una furia. Per un po’ si udì nella profondità del magazzino un gran vocìo: sembrava che si fossero accapigliati. Pirtuso strillava peggio di un agnello in mano al beccaio; Giacalone e Vito Orlando vociavano anch’essi, per met-