poi? con qual costrutto? Se tuo padre ha detto di no, sarà di no, che non lo sposerai. Morirai qui, in questa specie d’ergastolo; ci consumerai i tuoi begli anni. Corrado rimarrà in esilio, ad arbitrio della polizia, finchè vorrà tuo padre; egli ha le braccia lunghe adesso... Nemmeno a chi vuoi bene gioveresti, se ti ostini. Tuo cugino ha bisogno d’aver la testa quieta, di lavorare in pace, per guadagnarsi da vivere onestamente... Invece potresti sposare un gran signore, e s’è vero che quel giovane ti vuol tanto bene dovrebbe esser contento lui pel primo. Quello si chiama amore... Un gran signore, capisci! Per ora non dirne nulla colle tue compagne... qui nel monastero sai creperebbero d’invidia... Ma so che c’è per aria il progetto di farti sposare un gran signore. Saresti principessa o duchessa! Altro che donna tal di tali! Carrozze, cavalli, palco a teatro tutte le sere, gioielli e vestiti quanti ne vuoi...Con quel bel visetto so io quante teste farai girare in una gran città! Quando si entra in una sala di ballo, scollacciata, coperta di brillanti, tutti che domandano: — Chi è quella bella signora?... — E si sente rispondere: la duchessa tale o la principessa tal’altra!... — Via, vieni a veder tua madre ch’è ancora ammalata, poveretta! L’ha finita quel colpo! Sai ch’è di poca salute!... Anche tuo padre t’aspetta a braccia aperte. È un buon uomo, poveraccio! Un cuor d’oro, uno che s’è am-