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tarlo dai parenti ricchi — lei, la cugina Sganci, il barone Mendola — ma la mano non l’avevano mai stesa. Però alle volte il bisogno fa chinare il capo anche ad altro!... La prudenza istintiva che era nel sangue di lei, le agghiacciò un momento il sorriso benevolo. Poscia pensò al fuoco che avevano avuto in casa, alla malattia di Bianca — era una buona donna infine — don Diego aveva proprio una faccia da far compassione.... Accostò la sua seggiola a quella di lui, per fargli animo, e soggiunse:

— Parlate, parlate, cugino mio.... Quel che si può fare... sapete bene... siamo parenti.... I tempi non rispondono... ma quel poco che si può.... Non molto... ma quel poco che posso... fra parenti.... Parlate pure...

Ma egli non poteva, no! colle fauci strette, la bocca amara, alzando ogni momento gli occhi su di lei, e aprendo le labbra senza che ne uscisse alcun suono. Infine, cavò di nuovo il fazzoletto per asciugarsi il sudore, se lo passò sulle labbra aride, balbettando:

— È accaduta una disgrazia!... Una gran disgrazia!...

La baronessa ebbe paura di essersi lasciata andare troppo oltre. Nei suoi occhi, che fuggivano quelli lagrimosi del cugino, cominciò a balenare la inquietudine del contadino che teme per la sua roba.

— Cioè!... cioè!...

— Vostro figlio è tanto ricco!... Mia sorella no, invece!...