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stro Nardo, andate avanti colla mula. Vi raggiungerò per via. Lì, da quella parte, pel sentiero. Non c’è bisogno di far sapere a tutto il vicinato se vo o se rimango. E voialtri badate alle vostre faccende. E cucitevi la bocca, ehi!... senza suonar la tromba e andar narrando quel che mi succede, di qua e di là!...

Poi salì di sopra colle gambe rotte. Bianca appena lo vide con quella faccia si impaurì. Ma egli però non le disse nulla. Temeva che i sorci ballassero mentre non c’era il gatto. Mentre la moglie l’aiutava a infilarsi gli stivali, andava facendole certe raccomandazioni: — Bada alla casa. Bada alla ragazza. Io vo e torno. Il tempo d’arrivare alla Salonia per mio padre che sta poco bene. Gli occhi aperti finchè non ci son io, intendi? — Bianca da ginocchioni com’era alzò il viso attonito. — Svegliati! Come diavolo sei diventata? Tale e quale tuo fratello don Ferdinando sei! Tua figlia ha la testa sopra il cappello, te ne sei accorta? Abbiamo fatto un bel negozio a metterle in capo tanti grilli! Chissà cosa s’immagina? E gli altri pure.... Donna Sarina e tutti gli altri! Serpi nella manica!... Dunque, niente visite, finchè torno.... e gli occhi aperti sulla tua figliuola. Sai come sono le ragazze quando si mettono in testa qualcosa!... Sei stata giovane anche tu.... Ma io non mi lascio menare pel naso come i tuoi fratelli, sai!... No, no, chetati! Non è per rimproverarti.... L’hai fatto per