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momento proprio non posso! Tu sai com’è fatta tua zia! che testa dura! Ne abbiamo avuti dei dispiaceri per quella testa dura! Ma infine non può campare eternamente, poveretta, com’è ridotta...

Bianca era rimasta senza fiato al primo vederlo, senza parole, facendosi ora pallida e ora rossa. Non sapeva che dire, balbettava, sudava freddo, aveva una convulsione nelle mani che cercava di dissimulare, stirando macchinalmente le due cocche del grembiule. A un tratto ebbe uno sbocco di sangue.

— Cos’è? cos’è? Qualcosa alle gengive? Ti sei morsicata la lingua?

— No, — rispose lei. — Mi viene di tanto in tanto. L’aveva anche don Diego, ti rammenti? Non è nulla.

— Bene, bene. Intanto fammi questo piacere; parlane a tuo marito. In questo momento proprio non posso... Ma son galantuomo, mi pare!... Mia madre, da qui a cent’anni, non ha a chi lasciare tutto il suo.

Bianca cercava di scusarsi. — Suo marito era il padrone. Faceva tutto di testa propria, lui. Non voleva che gli mettessero il naso nelle sue cose. — Allora perchè sei sua moglie? — ribattè il cugino. — Bella ragione! Uno che non era degno di alzarti gli occhi in viso!... Deve ringraziare Iddio e l’ostinazione di mia madre se gli è toccata questa fortuna!... Dunque farai il possibile per indurlo ad accordarmi questa dilazione?