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Giacalone accennò di sì, strizzando l’occhio.
― Non è vero! Mastro―don Gesualdo non ci ha che fare! ― si mise a vociare il sensale. ― Quello non è il mestiere di mastro-don Gesualdo! ― Ma infine, come s’accordarono sul prezzo, Pirtuso si calmò. Il canonico soggiunse:
― State tranquillo, che mastro-don Gesualdo fa tutti i mestieri in cui c’è da guadagnare.
Pirtuso il quale s’era accorto della strizzatina d’occhio di Giacalone, andò a dirgli sotto il naso il fatto suo: ― Che non ne vuoi mangiare pane, tu? Non sai che si tace nei negozi? ― La baronessa, dal canto suo, mentre il sensale le voltava le spalle, ammiccò anch’essa al canonico Lupi, come a dirgli che riguardo al prezzo non c’era male.
― Sì, sì, ― rispose questi sottovoce. ― Il barone Zacco sta per vendere a minor prezzo. Però mastro-don Gesualdo, ancora non ne sa nulla.
― Ah! s’è messo anche a fare il negoziante di grano, mastro-don Gesualdo? Non lo fa più il muratore?
― Fa un po’ di tutto, quel diavolo! Dicesi pure che vuol concorrere all’asta per la gabella delle terre comunali....
La baronessa allora sgranò gli occhi: ― Le terre del cugino Zacco?... Le gabelle che da cinquant’anni si passano in mano di padre in figlio?... È una bricconata!