Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/294


— 286 —



V.



Don Ninì aveva sperato di tenere segreto il negozio. Ma sua madre da un po’ di tempo non si dava pace, vedendolo così mutato, dispettoso, sopra pensieri, col viso acceso e la barba rasa ogni mattina. La notte non chiudeva occhio almanaccando dove il suo ragazzo potesse trovare i denari per tutti quei fazzoletti di seta e quelle boccettine d’acqua d’odore. Gli aveva messi alle calcagna Rosaria ed Alessi. Interrogava il fattore e la gente di campagna. Teneva sotto il guanciale le chiavi del magazzino e della dispensa. Come le parlasse il cuore, poveretta! Il cugino Limòli era arrivato a indicarle la signora Aglae che scutrettolava tutta in fronzoli. - La vedete? è quella lì. Che ve ne sembra, eh, di vostra nuora? Siete contenta? - Proprio, come le avesse lasciata la jettatura don Diego Trao, morendo!