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Essa, spalancando quegli occhi neri che illuminavano la stanza, mise un dito sulle labbra, e fece segno a Rubiera d’accostarsi.
“Insomma l’ha stregato!„ scriveva il canonico Lupi a mastro-don Gesualdo proponendogli di fare un grosso mutuo al baronello Rubiera. “Don Ninì è pieno di debiti sino al collo, e non sa più dove battere il capo... La baronessa giura che sinchè campa lei non paga un baiocco. Ma non ha altri eredi, e un giorno o l’altro deve lasciargli tutto il suo. Come vedete, un buon affare, se avete coraggio...„
“Quanto?„ rispose mastro-don Gesualdo. "Quanto gli occorre al baronello Rubiera? S’è una cosa che si può fare, son qua io.„
Più tardi, come si seppe in paese della grossa somma che don Gesualdo aveva anticipata al barone Rubiera, tutti gli davano del matto, e dicevano che ci avrebbe persi i denari. Egli rispondeva con quel sorriso tutto suo:
— State tranquilli. Non li perdo i denari. Il barone è un galantuomo... e il tempo è più galantuomo di lui.
Dice bene il proverbio che la donna è causa di tutti i mali! Commediante poi!