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non dar campo alle male lingue. Solo donna Giovannina era rimasta al suo posto inchiodata dal viso arcigno della mamma. Don Ninì che veniva di nascosto per non destar i sospetti della fidanzata vestito di nero, con un mazzolino di rose in mano, rimase un po’ interdetto trovando tanta gente nel corridoio. Donna Fifì gli rivolse un’occhiataccia, e tirò sgarbatamente per un braccio il fratellino che gli si arrampicava addosso onde frugargli nelle tasche. Il Capitano d’Arme accarezzò il ragazzo, e disse guardando nel palco dei Margarone con certi occhi arditi:

— Che bel fanciullo!... tanto simpatico!... Una bella famiglia!...

Donna Fifì gli rispose con un sorriso civettuolo, proprio sotto gli occhi del fidanzato. La Capitana rise agro anche lei; guardò donna Giovannina che aveva gli occhi lucenti, e siccome Peperito stava accarezzando Corradino La Gurna per far la corte a donna Giuseppina, dicendo che aveva un’aria distinta, tutta l’aria dei Trao, la Capitana aggiunse, colla vocina melata:

— È sorprendente l’aria di famiglia che c’è fra di loro. Avete visto come somiglia a don Ninì la bambina di donna Bianca?

— Che diavolo! — le borbottò all’orecchio Canali. — Che storie andate pescando!...

Successero alcuni istanti di silenzio imbarazzante.