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— È giusto! — osservò allora don Filippo. — Dovrebbe interessarsene l’autorità...
Il tenente, che le cortesie della signora Capitana avevano messo in vena, aggiunse:
— Io sono l’autorità. Ora corro sul palcoscenico per vedere s’è quel che dico io... Voglio toccare con mano come san Tommaso!
Ma nessuno rise. Solo la Capitana, dandogli un colpetto sul braccio, si chinò sorridendo all’orecchio di donna Bellonia per confidarle ciò che affermava il tenente: — Io dico di no, invece. Guardate donna Giovannina... È grassa quasi quanto la prima donna, eppure non si vede... Un po’... sì... da vicino... forse pel busto che stringe troppo...
— Graziosissimo!... — borbottò il Capitan d’Arme dal corridoio. — Elegantissimo!...
Zacco, che giungeva allora, al vedere gli uniformi stava per tornare indietro, tanta la paura che gli era rimasta da quell’affare della Carboneria. Ma poi si fece animo, per non destar sospetti, e andò a stringere la mano a tutti quanti, sorridendo, giallo come un morto.
— Vengo dalla cugina Trao. È ancora in casa del fratello, poverina! Non si può muovere!... Ha voluto partorire proprio a casa sua!... Io non ne sapevo nulla, giacchè sono stato in campagna per badare ai miei interessi.