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- Sì! sì! - disse lo zio marchese. - E’ giusto che lo veda!... Lasciatela entrare.
Ella scorse un corpo lungo e stecchito nel lettuccio basso, un mento aguzzo, ispido di barba grigiastra, rivolto in su, e due occhi glauchi, spalancati.
- Diego!... Diego!... fratello mio!...
- Non fate a quel modo, donna Bianca! - disse piano don Luca. - Se ci sente ancora, il poveretto, figuratevi che spavento!...
Essa si arrestò tutta tremante, atterrita, colle mani nei capelli, guardandosi intorno trasognata. A un tratto fissò gli occhi asciutti ed arsi su don Ferdinando che annaspava stralunato, quasi volesse allontanarla dal letto.
- Nulla!... nulla m’avete fatto sapere!... Non son più nulla... un’estranea!... Fuori, dalla casa e dal cuore!... fuori!... da per tutto!
- Zitta!... - balbettò don Ferdinando mettendo il dito tremante sulla bocca. - Poi!... poi!... Adesso taci!... Tanta gente, vedi!...
- Bianca! Bianca!... - supplicavano gli altri abbracciandola, spingendola, tirandola per le vesti.
- Portatela via!... - gridò la zia Macrì dall’uscio. - Nello stato in cui è, la poveretta... succederà qualche altra tragedia!...
Frattanto giunse donna Sarina Cirmena, scalmanata, in un bagno di sudore.