Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 250 — |
quale se ne stava a guardare da vero babbèo, colla canna d’India dietro la schiena, mentre i suoi colleghi passeggiavano con sua moglie, spaccandosi come compassi, ridendo a voce alta, guardando fieramente le donne che osavano mostrarsi alle finestre, facendo risuonare da per tutto il rumore delle sciabole e il tintinnìo degli speroni, quasi ci avessero le campanelle alle calcagna. Le ragazze Margarone, stipate sul terrazzo, si rodevano d’invidia. — Specie il tenente ci aveva dei baffoni come code di cavallo, e due file di bottoni lungo il ventre che luccicavano da lontano.
Talchè in quell’aria di festa suonò più malinconico il campanello del viatico. Correvano anche delle voci sinistre: — Una battaglia c’è stata!... dei condannati a morte!... — Uno di quelli che portavano il lanternone dietro il baldacchino disse che il viatico andava dai Trao. — Un’altra grande famiglia che si estingue! — osservò gravemente l’Avvocato Fiscale scoprendosi il capo. La signora Capitana, saltellando sulla punta delle scarpette per mostrare le calze di seta, stava rimbeccando don Bastiano con un sorriso da far dannare l’anima:
— Lo so! lo so! giuramenti da marinaio!...
Il Capitan d’Arme ammiccò a donna Bianca la quale passava in quel momento, con un’aria che voleva dire: — Anche costei!... che colpa ci ho? — scap-