Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 180 — |
tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando sino a terra come in chiesa, imbacuccate nelle mantelline.
— Questa è Diodata, — disse Nanni l’Orbo. — Una povera orfanella che il padrone ha mantenuto per carità.
— Sissignora!... Tanta salute!... — E Diodata non seppe più che dire.
— Un cuore tanto fatto, don Gesualdo! — seguitò Nanni l’Orbo accalorandosi. — Gli ha fatto anche la dote! Domeneddio l’aiuta per questo!
Don Gesualdo andava spegnendo i lumi. Poi si voltò tutto di nuovo vestito, che Diodata non osava nemmeno alzare gli occhi su di lui, e conchiuse:
— Va bene. Siete contenti?
— Sissignore, — rispose Nanni l’Orbo, guardando con tenerezza Diodata. — Contentoni!... può dirlo anche lei!...
— E’ un pezzo che compare Nanni teneva d’occhio a quei baiocchi, per non lasciarseli sfuggire! — aggiunse Brasi Camauro. — E’ nato col berretto in testa!
— Sposa Diodata, — narrò allora alla moglie don Gesualdo. — La marito con lui.
Il camparo aggiunse altre informazioni, ridendo:
— Si correvano dietro! Bisognava far la guardia a loro pure!... Il padrone mi dovrebbe ancora qual-