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dosi a metà della scala. — Ha l’amor proprio dei suoi denari, che diavolo!... La cugina Rubiera avrebbe potuto degnarsi... Non si sarebbe guastato il sangue per così poco, lei!...
— Chissà? chissà perchè non è venuta?... Ci dev’essere qualch’altro motivo... Poi, gli affari... è un’altra cosa... Pensateci bene!... Vi mancherà un appoggio!... Li avrete tutti nemici allora!...
— Tutti nemici... oh bella! perchè?
— Pei vostri denari, caspita!... Perchè potete mettere anche voi le mani nel piatto!... Poi vi siete imparentato con loro!... Uno schiaffo, caro mio! Uno schiaffo che avete dato a tutti quanti!
— Sapete cosa ho da dirvi? — si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su. — Che se non avessi il vitalizio della mia commenda di Malta per non crepare di fame, sarei costretto a dare uno schiaffo anch’io a tutta la nobile parentela... Sarei costretto a scopar le strade!...
E se ne andò borbottando.
— Don Gesualdo, — disse Nanni l’Orbo facendo capolino dalla cucina. — Son qui i ragazzi che vorrebbero baciar la mano alla padrona... se non c’è più nessuno...
— Spicciatevi! spicciatevi! — rispose lui infastidito.
Prima s’affollarono sulla soglia simili a un branco di pecore; poscia, dopo Nanni l’Orbo, sfilarono dietro