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Date passo alla Giustizia! — L’Avvocato fiscale ordinò di buttare a terra l’uscio. — Don Diego! Donna Bianca! Aprite! Cosa vi è successo?

S’affacciò don Diego, invecchiato di dieci anni in un minuto, allibito, stralunato, con una visione spaventosa in fondo alle pupille grige, con un sudore freddo sulla fronte, la voce strozzata da un dolore immenso:

— Nulla!... Mia sorella!... Lo spavento!... Non entrate nessuno!...

Pelagatti inferocito contro Nanni l’Orbo: — Bel lavoro mi faceva fare!... Un altro po’ ammazzavo compare Santo!... — Il Capitano gli fece lui pure una bella lavata di capo: — Con le armi da fuoco!... Che scherzate?... Siete una bestia! — Signor Capitano, credevo che fosse il ladro, laggiù al buio... L’ho visto con questi occhi! — Zitto! zitto, ubbriacone! — gli diede sulla voce l’Avvocato fiscale. — Piuttosto andiamo a vedere il fuoco.

Adesso dal corridoio, dalla scala dell’orto, tutti portavano acqua. Compare Cosimo era salito sul tetto, e dava con la scure sui travicelli. Da ogni parte facevano piovere sul soffitto che fumava, tegole, sassi, cocci di stoviglie. Burgio, sulla scala a piuoli, sparandovi schioppettate sopra, e dall’altro lato Pelagatti, appostato accanto al fumaiuolo, caricava e scaricava il pistolone senza misericordia. Don Luca che