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— Mastro-don Gesualdo!... Siamo arrivati fin lì!... Mastro-don Gesualdo che vuol sposare una Trao!...

— Sicuro! Chi volete che la sposi?... senza dote? Non è più una bambina neppure lei!... E’ un tradimento bell’e buono!... Cosa farà, quando chiuderete gli occhi voi e vostro fratello?... la serva, eh? La serva della zia Rubiera o di qualchedun altro?...

Don Diego si alzò da letto come si trovava, in camiciuola di flanella, col fazzoletto in testa, le gambe stecchite che gli tremavano a verga dentro le mutande logore: un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi il naso, quasi suonasse una tromba.

— Mastro-don Gesualdo!... Saremmo arrivati a questo, che una Trao sposerebbe mastro— don Gesualdo! Tu acconsentiresti, Bianca?... di’!... Tu diresti di sì?...

Bianca pallidissima, senza levare gli occhi da terra, disse di sì col capo, lentamente.

Egli agitò in aria le braccia tremanti, e non seppe più trovare una sola parola. Don Ferdinando non fiatava neppur lui, atterrito che Don Diego non riuscisse a persuader Bianca.

— Cosa volete che dica? — esclamò la zia. — Vi pare un bell’avvenire quello d’invecchiare come voialtri... fra tante angustie?... Scusatemi, ne parlo per-