Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/146


— 138 —

abbassando ancora la voce nel farle una confidenza decisiva:

— Don Gesualdo sembra impazzito!... Dice che non può mandarla giù! che ne farà una malattia, com’è vero Iddio!... Sono andato a trovarlo alla Canziria... faceva trebbiare il grano... — Don Gesualdo, ch’è questa la maniera di prendersela?... Ci lascerete la pelle, vossignoria!... — Lasciatemi stare, caro don Luca, che so io!... dacchè il canonico mi portò quella bella risposta!... — Sembra davvero malato di cent’anni!... La barba lunga... Non dorme e non mangia più...

In quel momento si udì uno scalpiccìo di gente di chiesa. Don Luca alzò la voce di botto, quasi parlasse a un sordo:

— Oggi padre Angelino ci ha la trebbia al Passo di Cava. Se avete qualche altro peccato da confessarvi, c’è l’arciprete Bugno sfaccendato... buono anche quello! un servo di Dio...

Però vedendo il canonico Lupi che s’avanzava verso di loro, inchinandosi a ogni altare, colla destra stillante d’acqua benedetta, il nicchio pendente dall’altra mano:

— Benedicite, signor canonico! Come va da queste parti?...

Il canonico, invece di rispondergli, si rivolse a donna Bianca con un sorriso sciocco sul muso aguzzo di furetto color di filiggine.