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al par di un chiodo, cogli occhi di carbone, tanto di bocca aperta, quasi volesse mangiarsi la gente:

— Voi non dite nulla?... A voi non bolle il sangue?...

Burgio, più pacifico, cercava di svignarsela, facendo le spalle grosse, chinando il testone di bue.

— Ecco!... Nessuno si dà pensiero dei guai che ci càpitano!... Io sola mi mangio il fegato!

Il fratello Gesualdo, colla bocca amara, le andava cantando:

— Lascia stare, Speranza! Lasciami stare, che ne ho abbastanza, anche senza la tua predica!

— Non volete sentire neppure la predica? Non volete che mi lamenti? Tanti denari persi!... Che non li guadagnate i vostri denari, voi?...

Egli per fuggire quella vespa, andava cercando in cucina qualcosa da mettere sotto il dente, dopo una giornata simile. Frugava nel cassone del pane. Speranza sempre dietro, come il gastigo di Dio.

— Fra poco, seguitando di questo passo, non ce ne sarà più del pane nel cassone, no!... e non ci sarà neppure il cassone, non ci sarà!... La casa se ne andrà tutta al diavolo!...

Santo, che tornava affamato dal bighellonare in piazza tutta la giornata, al trovare il fuoco spento diede nelle furie, come un vero animale. I ragazzi che strillavano; tutti i vicini alle finestre per godersi la scena; tanto che Gesualdo infine perse la pazienza: