Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 109 — |
V.
Masi, il garzone, corse a svegliare don Gesualdo prima dell’alba, con una voce che faceva gelare il sangue nelle vene:
— Alzatevi, vossignoria; ch’è venuto il manovale da Fiumegrande e vuole parlarvi subito!...
— Da Fiumegrande?... a quest’ora?... — Mastro-don Gesualdo andava raccattando i panni tastoni, al buio, ancora assonnato, con un guazzabuglio nella testa. Tutt’a un tratto gridò:
— Il ponte!... Deve essere accaduta qualche disgrazia!... — Giù nella stalla trovò il manovale seduto sulla panchetta, fradicio di pioggia, che faceva asciugare i quattro cenci a una fiammata di strame. Appena vide giungere il padrone, cominciò a piagnucolare di nuovo:
— Il ponte!... Mastro Nunzio, vostro padre, disse ch’era ora di togliere l’armatura!... Nardo vi è rimasto sotto!...