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grime sul ciglio ma il suo petto sì allargava sotto il capo della sua figlia, cui egli stringeva con somma tenerezza.

Poco stante, il Marchese alzava il capo di sua figlia, ed imprimeva un bacio sulla fronte di lei.

Nessuna parola si era scambiata tra loro.

Le loro mani si erano incontrate. In un momento, la destra del Marchese afferra, quasi convulso, la destra di Beatrice e attentamente si pone a riguardarne il rovescio delle dita.

Egli non crede a’ propri occhi; gli sembra un giuoco di fantasia, un inganno ottico.

Al dito di Beatrice il Marchese avea veduto l’anello nuziale da lui passato, nel dì delle nozze alla infelice sua moglie Albina dì Saintanges.

Era l’anello rappresentante due mani intrecciate, nel cui mezzo era un brillante di gran valore.

Beatrice guardava trasognata il padre che era diventato pallidissimo, stupefatto; e i capelli gli si eran rizzati in sulla fronte, e non lasciava di figgere uno sguardo secco e ardente sul gioiello che avea tolto dal dito della figliuola.

In questo, Gaetano entrava nella stanza nuziale.

Il Marchese gli corse incontro quasi demente, gli afferrò il braccio e, mostrandogli l’anello:

— Donde aveste quest’anello, Signore, gli disse.

Gaetano imbiancò come morto e guardava a vicenda l’anello e il Marchese, senza parlare.