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braccia di Carolina che avea gli occhi rossi di pianto.

Il rimanente della serata passò nella più cordiale allegria. Le stanze del casino e viali della villa erano zeppi di persone di ogni ceto che il Marchese aveva ammesse a prender parte co’ festeggiamenti.

I rinfreschi di stagione girarono per tutta la serata non meno che i prelibati vini e i zuccheri canditi.

Mezzanotte suonava alla Cattedrale. A quest’annunzio dell’ora tarda, i diversi gruppi si sperperarono, la gente straniera alla famiglia si accomiatò a poco a poco dal Marchese, rinnovandogli i più caldi auguri per la sua felicità e quella degli sposi.

Il conte Franconi e sua figlia si ritrassero nelle rispettive loro camere.

Lacerante di tenerezza fu il bacio che si scambiarono le due amiche prima di separarsi.

Il Marchese, Gaetano e Beatrice restaron soli nella stanza nuziale.

Gaetano comprese che bisognava lasciar pochi momenti di solitudine all’amor paterno e filiale, e destramente si allontanò sotto un pretesto.

Beatrice si tolse dalla chioma la corona di rose e si gittò nelle braccia del padre; diè sfogo a tutti gli affetti che le opprimevano il seno: pianse a lagrime dirotte, nascondendo il capo sul petto del genitore.

Il Marchese era talmente stanco di commozioni e sfinito di fatiche che non si trovò la-