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splendido lo spettacolo ravvivato dalla gioia di quella famiglia.

Il Marchese Rionero avea lasciato libero a tutti l’ingresso, tranne a quelli che per povertà di vestimenti avessero offerto spiacevel contrasto con la magnificenza della festa. Vasi di argento con entro ogni sorta di delicate confetture eran messi in sulle mensole a disposizione di tutti.

Un grido di ammirazione scoppiò dal labbro di tutti gli astanti...

Beatrice era apparsa.

Vestiva un abito bianco e trasparente con gale di rose eziandio candidissime, stretto alla cintura da una ciarpa azzurra cilestre; i capelli eran coronati da un giro di rose; le braccia eran nude siccome l’altezza del seno, su cui splendeva una croce di brillanti.

Ella si appoggiava al braccio di Carolina, vestita anch’ella con eleganza che rivelava un gusto sopraffino e una consuetudine alla più scelta società. Un abito di velo color rosa con due bianche reticelle dava all’abbagliante bianchezza della sua carnagione qualche cosa di aereo e di diafano: un filo di perle cadea sulle spalle interamente ignude; una camelia rossa era tutto l’ornamento de’ suoi capelli.

Il marchese Rionero, il conte Franconi e Gaetano eran vestiti tutto di nero, tranne il farsetto che era bianco.

Carolina si pose al pianoforte, e ne trasse religiosi accordi, mentre preparavasi il tutto pel solenne giuramento nuziale.