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dente di medicina del vico Chiavetta al Pendino o il commesso della curia in via Giudecca. Gaetano visitò que’ quartieri, ne’ quali era scorsa negli studi, nelle fatiche e nelle privazioni tanta parte di sua giovinezza; fece larghe limosine a’ poveri di quella parrocchia.

Verso le quattro pomeridiane, il marchese Rionero e Gaetano eran seduti a mensa nel Caffè di Europa. Dopo il desinare salivano in carrozza per trarre alla strada di ferro.

La sera eglino si trovavano di bel nuovo a Sorrento, dove con vera gioia furon risalutati da Beatrice e da Carolina rimasta a villeggiare nel casino Rionero.

Fu certo un giorno di grande solennità per tutta Sorrento quello in cui Beatrice andava a’ marito. Il marchese Rionero fece dispensare varie doti per maritaggio e grandi somme ai poverelli affinchè costoro con le loro preci avessero implorato dall’Eterno sul capo degli sposi quella parte di felicità che è dato godere al l’uomo in questa terra di pianto e di esilio.

Fin dallo spuntar del giorno, buon numero di persone di ogni età e di ogni ceto ingombra vano i dintorni della villa Rionero, per aspettare il momento in cui la bella Beatrice fosse comparsa o su i balconi o in istrada per ricevere gli attestati di affetto e i voti che per lei formavano i buoni abitanti di quella città, i quali in considerazione singolare teneano la famiglia Rionero, e sovente dal Marchese facean capo per litigi, per consigli, per raccomandazioni od altro. E il Marchese, seguendo sem-