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IX.


prime impressioni


Una novella esistenza stava per aprirsi dinanzi a Beatrice; esistenza direm quasi compiuta, però che quella che aveala preceduta non era stata che un’ombra, un fantasma oscuro di vita, una notte visitata da placidi ma malinconici sogni. Un avvenire colorato da tinte divine succedeva ad un passato monotono, sepolcrale; la gioia, l’ilarità, il modo tenevan dietro alla tristezza, all’immobilità; l’anima e la vita insomma succedevano alla materia ed alla morte.

Dopo l’operazione, Gaetano avea proibito a tutti di avvicinarsi all’inferma; una calma inalterabile era necessaria non turbata da emozione veruna.

La contrazione dell’iride e lo stato d’irritazione di tutta la congiuntiva tenean tuttavia chiuse le palpebre di Beatrice, la quale rimase per moltissime ore in una specie di stupefazione.

Non è descrivibile l’ansietà del Marchese di rimirar le pupille di sua figlia ed esserne riconosciuto; ma Gaetano fu inesorabil guardiano alla soglia della camera della fanciulla per impedire che alcuna cosa sturbasse il riposo necessario alla convalescente.

Dopo ventiquattr’ore dall’operazione. Beatrice cominciò a distinguere i primi oggetti che le caddero sotto agli occhi.