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proponimento, più non pensava che a darsi bel tempo in Napoli in crocchi, in veglioni, in scorrazzate in campagna e in altri cotali svagamenti da ricchi e da giovani.

I rimorsi della coscienza, se sono terribili ai poveri nol sono meno a’ ricchi, se togli pertanto la facilità e l’agio che costoro si hanno di stordirsi il dì e la notte e soffocare nel rumore di oscene orgie quella voce potente che si alza dal fondo della loro anima e le colpe lor rimembra, e le vittime loro addita, e il pianto dell’orfanello e della vedova lor fa rintronare alle orecchie il sangue dei trafitti loro sgocciola sul volto.

La concentrazione è quella che più temono i malvagi, e però i doviziosi han questo vantaggio su i poveri, che posson più agevolmente sfuggire alloro medesimi pensieri. E Amedeo non rimaneva un solo istante da solo a solo con la propria coscienza: buttavasi con frenesie ne’ balli, nelle ragunate, dove accolto veniva con premura; e a tal modo le interne punture alcun poco attutavansi.

Il guoco massimamente era la passione cui con maggiore ardenza si abbandonava il Santoni, imperciocchè nelle febbrili commozioni dello zecchinetto egli obbliava ogni altro pensiero.

Un mattino Amedeo aspettava amici a colezione; era l’anniversario del suo dì natalizio.

Una sontuosa imbandigione era apparecchiata in una stanza dipinta a freschi colori. Finissimi cristalli lavorati, vasi di fiori, trionfi