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— E chi colmerà ormai il vuoto d’un’esistenza a noi sì cara?

— Iddio... I nostri doveri non sono ancora compiuti, Oliviero; i miseri, gli egri e i sofferenti han d’uopo di noi; andiamo, ci resta ancora qualche cosa da smaltire a pro dell’umanità, a me le dovizie, a te la scienza... Noi abbandoneremo questa terra, ma non già il mondo... Iddio e Beatrice ci comandano di vivere.

— Uomo sublime! esclamò Gaetano cadendo a’ suoi ginocchi, lascia ch’io baci la polvere che tu calpesti.... Tanto dolore e tanta virtù! Dio, Dio mio, la mia ragione si confonde... abbi pietà di noi... pietà di me!...

— Alzati, Oliviero... tutto ancora non è perduto per noi sulla terra; ci rimane a te un padre, a me un figlio. Vieni abbracciami, figlio mio, consacriamo il resto de’ nostri giorni a piangere Beatrice e ad onorarne la memoria amando e consolando i nostri fratelli che piangono.

Otto giorni dopo la morte di Beatrice, due passeggieri, immobili sul cassero dei battello a vapore, piangendo salutarono per l’ultima volta le colline di Napoli. La meta del loro viaggio era l’America.

Quei due passeggieri erano il marchese Rionero e Gaetano Pisani.

fine del romanzo.