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— I professori sono nell’altra stanza a ragionar tra loro; eglino aspettano che tu sii disposta a riceverli.
Beatrice fece col capo un cenno affermativo. Carolina andò ad avvertire i medici che l’inferma era pronta a ricevere la loro visita. La figliuola del Conte non trascurò in pari tempo di comunicar loro tutto ciò che l’inferma avea detto.
I cinque uomini della scienza di unita al marchese Rionero entrarono incontanente nella camera di Beatrice.
Tre quarti d’ora all’incirca si stettero quivi i cinque medici: ne uscirono agitati, arrossiti... inquieti.
Gaetano era di una pallidezza spaventevole. Il marchese Rionero sembrava impazzato.
I professori chiesero al padre di Beatrice il permesso di rimanersi soli per qualche tempo. Eglino si chiusero in una stanza per discutere sul morbo della fanciulla e deliberare su quello che si avesse a fare.
Due ore si trattennero a discutere.
Il marchese Rionero aspettava con febbrile impazienza il risultamento delle loro conferenze...
I medici uscirono costernati, avviliti: le loro fisonomie esprimevano il più sincero dolore:
— Ebbene? chiese loro con ansietà Rionero.
— Coraggio, sig. Marchese; Iddio vi riserba forse un immenso dolore.
— Che! gridò con occhio demente il misero padre, che vuol dir ciò? Morrà dunque mia figlia? Parlate...