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serbati, non abbiate per me nessun riguardo; io vi propongo un consulto, sig. Marchese.
— Un consulto! esclamò sorpreso Rionero, perocchè tanta era la fiducia che egli riponea nelle teste cognizioni di Gaetano, che l’idea d’un consulto non si era mai presentata alla sua mente.
Un consulto, signor Marchese, ripetè Gaetano. Forse quello che sfugge a’ miei occhi, non isfuggirà agli altri, forse Iddio accorderà agli altri di conoscere l’indole di un male straordinario, la cui sede tutta morale riveste peraltro un carattere di sfacelo di consumazione.
— Ebbene, disse il Marchese, poichè credete che altri possa meglio di voi indagare il male di mia figlia, tentiamo quest’altro mezzo. Domani riuniremo il consulto.
Carolina sopraggiunse per somministrare all’ammalata la tisana prescrittale.
A stento si potè destare alquanto Beatrice dal suo sopore per farle bere la pozione. Fa quasi necessario farle leggiera violenza per ischiuderle le labbra e farle tracannare la bevanda.
Beatrice fu assalita da una tosse che le durò per molti minuti.
Rionero scrisse incontanente al conte Franconi, pregandolo di recargli il domani i più abili medici della capitale.
La dimane infatti quattro de’ più rinomati professori napolitani si portarono nel casino Rionero a Sorrento.