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conforto quell’esistenza riprovata che si estingueva in disperata agonia!
Poco stante, e un sospiro breve... a mò di singulto fa udito.
Tommaso Basileo era morto!
La giustizia di Dio era soddisfatta.
II.
la guarigione
Il domani del funesto giorno, in cui Gaetano si trasse, per miracolo, dalla tomba che gli avea preparata il suo nemico, restò a letto nell’albergo delle Croccelle, dove si era novellamente stabilito per curarsi dalla ferita all’omero destro. Egli scrisse una lunga lettera al marchese Rionero, dandogli i più minuti particolari di quanto gli era accaduto il dì precedente, e promettendogli di portarsi a Sorrento incontanente che fosse in istato di abbandonare il letto: non celò il nome dell’autore del nero attentato, affinchè il Marchese avesse pienamente conosciuto di che tempra era l’uomo, al quale doveva andar sacrificata Beatrice.
Una decina dì giorni scorsero... Gaetano ebbe il piacere di ricevere in questo tempo, oltre tre lettere del Marchese, una lettera di Beatrice spirante vivissima inquietudine per la salute di lui, e profondo orrore del misfatto tramato. Il nome del Cav. Amedeo non avea contaminato quelle righe segnate dalla mano della cieca: solamente del delitto ella scriveva con sen-