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per lui. Il sentimento religioso aveva nobilitato il suo cuore e l’anima sua; qualunque umiliazione, qualunque sofferenza il ritrovava freddo e rassegnato a’ voleri della Provvidenza, cui altamente egli riconosceva e adorava.

Al momentaneo dolore che il cuor di Gaetano evea provato nel vedersi fatto segno a’ beffardi sorrisi di quella folla elegante, e nello scorgere il rossore di Beatrice, era succeduta una mortale inquietudine per lo stato in cui egli vedea la diletta fanciulla. Una pallidezza estrema era succeduta a quella vampa che aveva arroventato le gote di lei: ella soffriva assai: l’occhio profondo del medico non s’ingannava.

Era finito un giro di valser. Gaetano profittò di quella confusione che tien dietro al cessar d’una danza, e si accostò a Beatrice.

— Beatrice, le disse sotto voce, voi soffrite?

— Sì, Oliviero, io soffro!... E voi pure mi avete abbandonato!

Abbandonarvi! I miei sguardi non vi han lasciata un solo istante, ma capite... le convenienze della società... sappiate che agli occhi del mondo è un delitto che un marito e una moglie stieno vicini l’uno all’altra in una festa di ballo...

Nel profferir queste parole Gaetano avea fissato uno sguardo indagatore sul volto della giovinetta, la quale abbassò gli occhi con visibile inquietezza, e non rispose che traendo dal seno un profondo sospiro.

— Andiamo in qualche altra stanza, disse indi a poco, qui mi sento soffocare.