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trice e cercava di colpire un’orma, un indizio di quella tristezza che si leggea sulla fronte dell’amata donna, e che era assai più potente di tutte quelle nuove e deliziose distrazioni che la circondavano.

Per fare una dolce sorpresa a Beatrice e agli altri ospiti, il Conte Franconi aveva segretamente disposto una festa di ballo per la sera.

Quanto l’amicizia sa trovare di più dilicato fu messo in opera dal Conte per attestare al marchese Rionero tutto il piacere che gli avea procurato la sua visita in compagnia della figliuola e del costei sposo.

La casa del Conte era in fama pe’ suoi ricevimenti e pei suoi veglioni, ma in quella sera egli avea superato sè medesimo, come suol dirsi in istile di buona società.

I saloni del nobile napolitano erano colmi di quanto la raffinatezza ha di più seducente, le arti di più maestrevolmente lavorato, il gusto di più squisito, il lusso di più costoso.

L’aristocrazia dava in quella sera un braccio elle scienze e alle lettere; tutt’i più ragguardevoli uomini del paese e i più distinti stranieri dimoranti nella capitale, erano accorsi all’invito della splendida festa di ballo, data in uno dei più magnifici palazzi della Riviera di Chiaia, su quella spiaggia incantata, dove le tante armonie della natura si sposano mirabilmente alle fittizie gioie dell’uomo, e v’imprimono un carattere che ha qualche cosa di malinconico nella sua festosa splendidezza.

Le sale da ballo erano gremite di dame ghir-