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comandarle di trattenersi colà il più poco possibile.
Il Marchese Rionero non avea detto nulla a Gaetano dell’esistenza di questa camera, perocchè sarebbe stato un dilacerar l’anima di questo giovine, ricordandogli la vittima del padre; nè tampoco gli avea ciò rivelato prima che in lui discoperto avesse il figliuolo di Nunzio, dapoicchè non credè necessario porlo a parte dei segreti del suo cuore. Tanto meno il Marchese avea fatto confidenza di questo segreto al conte Franconi e a sua figlia; egli era in qualche modo geloso de’ propri affetti e la memoria della moglie avea per lui qualche cosa di così sacro ch’ei temeva di profanarla al contatto degli altri uomini. Non dissimuliamo che il marchese Rionero, educato alla francese, avea contratto i pregiudizi di questa nazione, e tra gli altri sommamente paventava di essere appuntato di qualche cosa che a’ costumi ed agli usi della buona società non convenisse. La buona società ha imposto regole severe anche all’espansione della tenerezza e del dolore; bisogna piangere in regola, ridere senza urtare i nervi dilicati degli astanti. Appo cotesta buona società l’amor coniugale debb’essere compassato, leggiero, disinvolto; le grandi passioni non si ammettono che nel teatro o ne’ romanzi, e un uomo che dopo vent’anni, rimpiange ancora l’estinta consorte e ne serba le viventi ricordanze, è messo all’indice degli uomini ridicoli!
Ben faceva adunque il marchese Rionero serbando nel più gran segreto le care consuetudini