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Poco appresso, la sventurata Albina esalava l’anima, raccomandando a Dio la figliuoletta.

La bambina intanto si era addormentata.

Le quattro dopo mezzanotte battevano all’orologio. Beatrice si ridestò, dischiuse gli occhi, si voltò dalla parte, ove solea dormir la madre, e fu sorpresa di non trovarla... E la chiamò due o tre volte, e poi si sedè sul letto e si pose a piangere chiamando or l’uno or l’altro i suoi genitori con quanta forza potea. A seconda che il silenzio rispondeva al suo pianto, ella più fortemente piangeva e chiamava la madre, e. tacessi per qualche istante in aspettativa di risposta, e poi ricominciava con più forza, e con le mani sfregavasi gli occhi infiammati di lagrime, e per moto infantile strappavasi i bei trucioletti di capelli.

Di repente, i suoi occhi sono colpiti da una larga macchia rossa sulla coperta: ella vi porta la mano, e la ritrae umettata, e guarda la sua camicia tutta intrisa di sangue perocchè la madre l’aveva abbracciata per riporla sul letto... Nulla comprendendo, ma quasi per istinto ella si scostò dal sito ov’era, e andossi a porre nel luogo, in cui solea giacer la madre.

La bambina più non piangeva, ma guardava all’intorno con gli occhi spalancati, quasi che non sapesse rendersi ragione della situazione in cui si trovava, e sembrandole impossibile che la madre l’avesse abbandonata! In un momento gitta un grido acutissimo, con le manine si covre il volto, subitamente si caccia sotto la co-