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chè la fanciuletta Beatrice si addormentò suite braccia della madre...
Senza saperne il perchè, Albina avrebbe voluto che la figliuoletta non si fosse così presto addormentata in quella sera, che sembra vaie più tetra lai solitudine della campagna allorché sua figlia dormiva.
Lunga pezza riposar la fece nelle sue braccia innanzi di porla nel letto; non sapea saziarsi di guardarla e di baciarla; sperava ridestarla co’ baci; ma il sonno di una bambina di tre anni è duro e profondo; e massime nelle silenziose camere d’un remoto quartiere, e allorché il vento di terra canta fuor de’ balconi la ninnananna.
Era forza di porla in letto, perocché troppo intenso era il freddo; e già le gentili membrucce di quell’angioletta intirizzivansi nelle braccia della madre; Albina le tolse lievemente d’addosso i pannicelli di seta; la contemplò un istante ignuda tutta; seminò baci e lagrime per tutto il corpo della bambina; e finalmente postole la carnicina e il camiciolino di notte, non senza riluttanza andò a porla sotto la fitta coperta. E pose su i piedi di lei un cuscino cremisi con nappe di filo d’oro, e le rincalzava la coperta sotto le spalle per tema che una particella di quel caro corpo discoperta restasse ed esposta alla rigidezza dell’aria. E quando si fu assicurata che la figliuolina bene schermita era dal freddo, quella tenerissima madre congiunse le mani in atto di preghiera, rivolse gli occhi ad una copia